Impariamo a proteggere la nostra pelle

Piano Regionale della Prevenzione 2014/2018 – Campagna per la sensibilizzazione sui rischi della eccessiva esposizione ai raggi UV

A cura dell’Unità Operativa Educazione e Promozione della Salute Aziendale (UOEPSA) in collaborazione con l’Unità Operativa Comunicazione e Informazione

 

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IL SOLE PER AMICO – IMPARIAMO A PROTEGGERE LA NOSTRA PELLE

Tutte le persone sono esposte quotidianamente a una certa dose di radiazioni ultraviolette (UV), in gran parte derivanti dal Sole, ma anche da fonti artificiali in campo industriale, commerciale o nel tempo libero.

Cosa sono gli ultravioletti:

I raggi Ultravioletti (UV) sono una forma di radiazione invisibile. Il sole è la sorgente naturale che maggiormente contribuisce a determinare il livello di esposizione ai raggi ultravioletti. Ma vi sono anche numerose fonti artificiali di radiazioni UV, utilizzate nel campo medico-scientifico, nella ricerca, nei trattamenti estetici, nella sterilizzazione, nell’industria e nel commercio.

Ci sono tre tipi di radiazioni UV:

·      UVA (lunga lunghezza d’onda)

Penetrano in profondità

Sono associati con la comparsa di rughe della pelle

Intensificano il danno arrecato dai raggi UVB

Stimolano direttamente la comparsa di cancro della pelle

·      UVB (media lunghezza d’onda)

Sono onde che possono causare scottature profonde

Sono la causa primaria dell’eritema

Sono la causa principale di alcuni tumori della pelle

·      UVC (corta lunghezza d’onda)

Sono assorbite dallo strato di ozono nell’atmosfera. Non si pensa che siano responsabile di alcun cancro della pelle

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Le Radiazioni UV:
In quantità moderata, sono benefiche per il nostro organismo ed essenziali per la produzione della vitamina D. Sono addirittura utilizzate come terapia (fototerapia) per curare e risolvere alcune patologie, soprattutto a livello cutaneo, quali la psoriasi.
Se però si eccede nell’esporsi possono causare danni alla pelle, durante qualsiasi stagione o a qualsiasi temperatura, in particolare:

  • ustioni solari e, nel tempo, comparsa di rughe e tumori della pelle – il numero di ustioni solari durante l’infanzia o l’adolescenza rappresenta uno dei principali fattori che predispongono allo sviluppo dei tumori della pelle.
  • problemi agli occhi (cataratta)

 

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I dermatologi classificano la pelle in 6 sottogruppi o fototipi
, basandosi su come la pelle reagisce all’esposizione ai raggi UV.

  • Tipo I: Pelle molto chiara con capelli rossi o biondi, occhi di color chiaro e lentiggini. Eritema sempre presente. Difficilmente si abbronza; è la pelle più sensibile all’esposizione solare.
  • Tipo II: Pelle chiara. L’eritema avviene facilmente, l’abbronzatura è soltanto minima anche se tutte le precauzioni sono prese.
  • Tipo III: Pelle moderatamente chiara. L’eritema avviene con moderazione, si abbronza gradualmente e tende a colorarsi di marrone chiaro.
  • Tipo IV: Pelle di colore olivastro: si scotta difficilmente, e si abbronza molto facilmente fino ad un marrone di tonalità media.
  • Tipo V: Pelle di colore marrone: raramente si verifica eritema e si abbronza intensamente fino ad un marrone intenso.
  • Tipo VI: Pelle nera: mai eritema, minimamente sensibile all’esposizione ai raggi UV.

 

ImageIn sintesi: tutti gli individui di tutti i fototipi cutanei sono a rischio di danneggiamento alla pelle se esposti eccessivamente alla luce del sole. Anche se, le persone con la pelle chiara con sottotipo I o II (pelle che non si abbronza facilmente), i capelli biondi o rossi e gli occhi chiari (azzurri, grigi o verdi) sono particolarmente predisposte e sono a maggior rischio di sviluppare eritema. L’esposizione alla radiazione solare deve essere considerata un rischio anche per chi lavora all’aperto.
ImageNon solo al mare in estate, anche in montagna il sole può diventare aggressivo. Ogni superficie ha un indice di riflessione che si somma alla radiazione diretta del sole. Sabbia e rocce “rimbalzano” dal 20 al 30% circa in più, l’acqua il 50%, neve e ghiacci addirittura l’80%! Poi in alta montagna i raggi UV aumentano.
Quindi la crema di protezione non deve mancare mai, anche ad alta quota!

  Image Come esporsi al sole in sicurezza

  • Limitare il più possibile l’esposizione alla luce solare nelle ore più calde, tra le 12 e le 16 (ora legale).
  • Stare all’ombra nelle ore più calde, ricordando che alberi, ombrelloni e tettoie non proteggono completamente dalla luce solare.
  • Indossare sempre una maglietta: il vestiario è uno dei più efficaci agenti protettivi contro i raggi UV, preferendo:
  1. Capi a maniche lunghe e calzoni lunghi.
  2. Una tessitura stretta, come quella di una t-shirt
  3. Colori chiari, meno assorbenti e più riflettenti dei colori scuri.
  4. Tessuti asciutti, più protettivi di quelli bagnati.
  • Applicare la crema protettiva: essa assorbe, riflette o cattura molti ma non tutti i raggi UV.
  1. Nello scegliere un prodotto protettivo solare bisogna tenere conto del tipo di pelle e considerare che:
  2. Schermi solari ad ampio spettro proteggono sia dai raggi UVA che UVB.
  3. Un fattore di protezione solare (SPF) di almeno 50 offre una protezione efficace.
    L’SPF misura quanto a lungo il prodotto protegge dalle radiazioni UVB prima di notare una scottatura, paragonato a quanto ci vorrebbe senza protezione. Se si ha eritema dopo 10 minuti senza protezione, usando una crema solare di SPF 15 in teoria il tempo di comparsa di eritema aumenta di 15 volte, cioè arrivando a 2,5 ore. Un fattore SPF di 15 blocca il 93 % dei raggi UVB. SPF di 30 o maggiori, bloccano il 97% dei raggi UV e sono particolarmente indicati per le persone che hanno la pelle sensibile, o che hanno un alto rischio di sviluppare il cancro.
  4. Deve essre applicata una quantità sufficiente di crema solare e riapplicata ogni 2 – 3 ore, meglio se resistente all’acqua.
  5. I tumori cutanei colpiscono anche le labbra quindi utilizzate uno stick solare per le labbra.
  • Indossare un cappello con una visiera sufficientemente larga da proteggere il viso, comprese le orecchie e il collo.

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  • Indossare occhiali da sole: gli occhiali da sole proteggono gli occhi, l’iride, e la pelle delicata che si trova intorno agli occhi. Riducono inoltre anche il rischio di cataratte.

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  1. Lenti più scure o polarizzate, non necessariamente offrono più protezione contro i raggi UV. La protezione è dovuta ad una sostanza chimica che ricopre parte del rivestimento invisibile delle lenti, indipendentemente da quanto essi sono scure.
  2. Occhiali da sole avvolgenti impediscono ai raggi UV di entrare negli occhi dai lati.
  3. Non comprare occhiali giocattolo per i tuoi figli. Negli occhiali per bambini, cerca la stessa protezione che vorresti per te.

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  • L’alimentazione deve essere leggera, ricca di frutta e verdura. E’ da preferire quella di colore giallo, ricca di betacarotene che stimola la produzione di melanina e svolge un’azione antiossidante (carote, albicocche, pesche, mango, papaia, arance, melone, susine, ecc.) e le verdure a foglia verde scuro (sedano, spinaci, erbette, ecc.). E’ importante durante l’esposizione al sole bere molta acqua (non troppo fredda!) perché il sole tende a disidratarci ed evitare naturalmente l’ingestione di bevande alcoliche.
  • Tenere presente che alcuni farmaci (ad esempio contraccettivi orali, antimicrobici, antistaminici, antinfiammatori, antidepressivi ecc.) possono causare l’insorgenza di reazioni di fotosensibilizzazione con conseguente comparsa di macchie ed eruzioni cutanee. Ne consegue che quando si assume una qualche terapia farmacologia è prudente, prima di esporsi al sole, consultarsi con il medico.
  • I bambini piccoli sono una categoria particolarmente vulnerabile. Fino ai 3 anni, l’esposizione diretta alla luce solare è sconsigliata e anche più avanti deve essere moderata, limitata alle prime ore del mattino o al tardo pomeriggio, sempre con la protezione di indumenti (cappellino: SEMPRE!) e ottime creme solari. Diversi studi mostrano che le ustioni nei primi anni di vita rappresentano un fattore di rischio di melanoma da adulti.

Lampade UV: Cartellino rosso!

Evitare l’uso di lampade o lettini abbronzanti, soprattutto prima dei 18 anni. Le lampade abbronzanti vanno assolutamente evitate perché sono davvero pericolose. Questa abitudine è ancora più dannosa per il benessere se si inizia da giovanissimi e per questo motivo l’Italia, con il decreto interministeriale 12 maggio 2011, n 110  (Ministeri dello Sviluppo Economico e della Salute) ha aggiornato la normativa introducendo importanti novità sull’uso delle apparecchiature ad UV., fra cui vi sono le lampade abbronzanti, vietando di esporre ad UV i minori di 18 anni, le donne in gravidanza, i soggetti con patologia dermatologiche che possono essere aggravate dall’esposizione ad UV, oltre che stablirne le caratteristiche tecniche , i meccanismi di regolamentazione, le modalità di esercizio e di applicazione, le cautele d’uso e i limiti di esposizione.

E’indispensabile informare sui rischi di una non corretta esposizione alle radiazioni UV.

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Le lampade e i lettini abbronzanti sono le fonti principali di esposizione volontaria artificiale a raggi UV.

I moderni apparecchi utilizzati per l’abbronzatura emettono nel range dell’UVA, ma una frazione (< 5%) è compresa nello spettro dell’UVB. L’intensità dell’esposizione ai raggi UV durante una seduta abbronzante può essere 10-15 volte superiore rispetto all’esposizione solare di mezzogiorno in una località della costa mediterranea. Questo fa si che la dose di radiazioni ricevuta per unità di tempo è molto superiore rispetto a quella assorbita durante le attività svolte all’aria aperta e anche nel corso dell’esposizione solare per abbronzarsi.

Quindi l’esposizione annuale dei frequentatori abituali di centri abbronzanti può essere anche quattro volte superiore rispetto a quella solare. Oltretutto a questa dose occorre aggiungere quella assorbita attraverso la naturale esposizione al sole.

L’uso dei dispositivi abbronzanti che emettono radiazioni UV è molto diffuso, soprattutto fra le donne, ma anche fra gli uomini più giovani. Una percentuale compresa tra il 17% e il 35% dichiara di non indossare occhiali di protezione. Questa pratica si sta diffondendo anche tra gli adolescenti.

Ampi e approfonditi studi scientifici dimostrano che il rischio di sviluppare un melanoma cutaneo maligno aumenta del 75% se ci si sottopone a sedute abbronzanti prima dei 35 anni di età. Ulteriori studi  hanno riscontrato anche un’associazione con lo sviluppo di melanomi oculari.  Per questa ragione il gruppo di lavoro dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), riunitosi a Lione nel giugno del 2009, ha incluso l’uso di apparecchiature abbronzanti nella classe di cancerogenità 1 (cancerogeni certi per l’uomo).
Gli effetti del sole sulla pelle: un video di Medline Plus (in lingua inglese)

Pagina aggiornata il 19/06/2024

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